La proposta del consigliere regionale Mimmo Santorsola avanzata in Consiglio regionale relativa allo sviluppo di un rapporto quanto più sereno possibile tra figli minori e genitori detenuti o sottoposti a misure di restrizione della libertà personale è stata approvata all’unanimità ed è diventata norma: dal 1 gennaio 2021 la somma di 200mila euro sarà stanziata sul capitolo di spesa di nuova istituzione “Spese per sostenere la relazione genitoriale tra detenuti negli istituti di pena pugliesi e figli minori”.
“È di tutta evidenza pedagogica e psicologica che le necessarie esigenze di sicurezza che regolano le strutture carcerarie non possono in alcun modo corrispondere allo sviluppo sereno dei bambini ed alle adeguate cure materne o paterne, né, d’altra parte, permettere una continuità del rapporto educativo e genitoriale. Tuttavia la tutela della genitorialità e dell’infanzia (sancita dall’articolo 31 della Costituzione) impone di sottrarre i bambini all’esperienza traumatica di vivere l’impatto con una struttura carceraria. La genitorialità per i padri e le madri detenute, infatti, è normata, a livello nazionale, da indicazioni molto precise su come debbano essere preservate e protette le relazioni con i figli e i familiari, sebbene questa disciplina appaia oggi in taluni casi disattesa. Le modalità in cui si svolgono i colloqui assumono un carattere di particolarmente delicatezza, stante la ricaduta che quei momenti hanno sul piano degli affetti e delle relazioni tra genitori e figli e tra minori ed istituzioni; il momento dell’incontro, infatti, avviene, a volte, in ambienti ben lontani da quei «locali interni senza mezzi divisori o in spazi all’aperto a ciò destinati”.
Queste le parole del consigliere Santorsola e pertanto gli interventi previsti sono destinati a:
a) migliorare le condizioni e le modalità di incontro tra i minori e i genitori detenuti all’interno degli istituti di pena;
b) potenziare l’allestimento degli spazi dedicati all’attesa all’interno degli istituti di pena;
c) promuovere la realizzazione di spazi “neutri”, anche all’esterno degli istituti di pena, per gli incontri tra minore e persona sottoposta a misure restrittive della libertà personale.
d) supportare la relazione affettiva tra il detenuto e il minore attraverso l’educazione e il sostegno alla genitorialità.
È altresì auspicabile che, ove possibile, sia incentivata la pratica di svolgere i colloqui o le attività genitori/figli anche al di fuori degli istituti penitenziari.
Questa norma è volta alla tutela dei minori e a garantire da parte della società una rete di provvedimenti che tuteli non solo la genitorialità quanto il diritto dei figli di restare figli e di continuare a vivere la relazione coi propri genitori nonostante le circostanze spiacevoli di cui i minori non sono responsabili. Per evitare che diventino vittime una volta in più di una vita che li sottopone a traumi che non hanno scelto, per una società che riparta dal meccanismo che si è inceppato e da lì ricostruisca la trama delle relazioni significative da cui si può ricominciare a sperare in adulti migliori./comunicato