Io lo faccio da qui, da Bruxelles, dove da ieri sono impegnata nella plenaria del Comitato europeo delle regioni (COR) per votare importanti provvedimenti sui cambiamenti climatici e il loro impatto sull’economia delle nostre comunità.
Quest’anno il COR festeggia vent’anni dalla prima “Settimana europea delle Regioni e delle città”: nel 2021 ha raggiunto il record di quasi 18mila iscritti e 300 sessioni in una settimana e il 2022 è dedicato alla transizione verde e digitale, alla coesione sociale e territoriale, e all’emancipazione dei giovani.
E proprio parlando dei giovani, senza i quali non esisterebbe alcun futuro per la nostra Europa, oggi in Aula il cuore si è fermato. Come si fa a non pensare alle tante, troppe, bambine, ragazze, donne, uccise nelle ultime settimane in Iran. Da Masha a Hannaneh, a Hadis, a Nika Shakarami, la più giovane, 16 anni.
E così mentre noi parliamo di rivoluzioni gentili, da qualche parte neanche troppo lontana da casa nostra, si consuma la più terribile delle guerre alla gentilezza dell’umanità.
Non si può morire perché una ciocca di capelli è sfuggita all’jihad, non si può morire perché pensi sia ingiusto coprire fino all’ultimo centimetro di pelle e allora provi a esercitare fino all’ultimo frammento di dignità lottando per la libertà di scelta.
Non si può. Eppure si muore. C’è che non capisci quanto siano preziose le battaglie per i diritti finché non ti accorgi che quei diritti che per te sono così scontati, per altre o altri sono un prezzo da pagare con la vita.