Un milione e quattrocentomila bambine e bambini, in Italia, - rende noto Save The Children - vivono in povertà assoluta. Questo significa che moltissime famiglie non sono nelle condizioni di poter garantire ai propri figli la possibilità di accedere a cure sanitarie, di fare sport, di fruire di servizi culturali, di spazi di socialità, di connettersi o vivere spazi scolastici adeguati.
Al sud la situazione è particolarmente drammatica. Nella nostra regione un minore su 3, tra i tre e i 17 anni, non ha mai praticato sport, l’accesso alla mensa scolastica, che per alcuni sarebbe l’unica chance quotidiana di un pasto caldo, oscilla tra il 12 e il 22,% mentre in Italia la media sale al 53,5%, e solo l'8,8% dei bambini sotto i 3 anni accede agli asili nido pubblici e convenzionati.
Uno spaccato che racconta quanto ancora si può e si deve fare ma anche quanto pesa la condizione di disequità di risorse e servizi tra nord e sud.
Certamente sono molte le azioni messe in campo in questi anni dalla Regione Puglia: stanno aumentando gli impianti sportivi pubblici in virtù di un forte incentivo ai Comuni, sono cresciute le biblioteche di comunità in virtù di un grande impulso regionale, con radici e ali e con i vari bandi sui laboratori urbani, da bollenti spiriti in poi, abbiamo aiutato i Comuni a realizzare spazi di socialità.
Serve di più. Sono troppe ancora le scuole non dotate di palestre fruibili da tutti, troppo pochi ancora gli asili nido pubblici e convenzionati, con costi poco accessibili, troppo rari i casi di scuole a tempo pieno che permettano ai ragazzi di praticare attività gratuite, sia di studio che sportive. Non solo, servirebbe un grande intervento di edilizia residenziale pubblica per consentire alle giovani coppie meno abbienti con figli di avere abitazioni dignitose dove i ragazzi possano studiare senza sentirsi cittadini di serie B, com’è accaduto, invece, durante la pandemia che, con la didattica a distanza, ha ulteriormente aggravato il disagio contribuendo ulteriormente alla dispersione scolastica.
Serve, insomma, una nuova strategia per superare questo divario che colpisce per intero il Sud, che tenga insieme Governo e Regioni, come del resto l’Europa ci spinge a fare: i 209 miliardi del Pnrr, che si aggiungono ai Fondi di Sviluppo e Coesione, non dovrebbero servire soprattutto a fermare questi divari? Non c’è tempo da perdere e il tavolo interistituzionale insediato dall’assessora al Welfare, Rosa Barone, in collaborazione con il garante regionale dei diritti dei Minori, Ludovico Abaticchio, su impulso della consigliera Debora Ciliento con una mozione votata all’unanimità dal Consiglio regionale, serve proprio a comprendere come unire le forze.