Agorà della Presidente

null Contare su un sostegno psicologico in questo momento di così grande fragilità è fondamentale

23/02/2022

Fragilità. 
Ecco, se dovessi pensare a cosa resterà di questi mesi terribili di solitudini la parola che più ricorre in mezzo a tutte le altre è fragilità. 

Quante storie abbiamo letto in quest’ultimo anno e mezzo che ci hanno lasciato i brividi sulla pelle? E non c’è generazione che abbia tenuto, questa pandemia ha seminato ferite in ogni casa e in tutti gli angoli del pianeta. 

Penso all’allarme del primario di neuropsichiatria infantile del Bambin Gesù, a tutti quei bambini soffocati dal peso di una maturità arrivata troppo troppo presto.

Penso a tutti quei lavoratori precari che si sono ritrovati con un pugno di mosche e una famiglia da mantenere.

Penso a tutti quei ragazzi che ai banchi di scuola hanno dovuto sostituire, se gli andava bene la scrivania della propria cameretta, e se gli andava male il tavolo della cucina da condividere magari con un un fratellino o una sorellina insieme al pc. 

Penso al grido d’aiuto dei centri Antiviolenza che hanno visto triplicare le chiamate delle vittime di violenze domestiche, al senso di impotenza che hanno provato, e a tutte quelle donne che alla fine tra quelle mura ci sono dovute rimanere, metti anche il fatto che non avevano le possibilità economiche per rifarsi una vita lontana da tutto quel male.

Penso ai nostri nonni e le nostre nonne, in casa o nelle strutture, che per tutelare la propria salute hanno dovuto rinunciare anche al conforto di una carezza.

Fragilità. 
Non mi viene davvero una parola più adatta.
E non basterà purtroppo la fine dello stato di emergenza per spazzarla via. 
Allora alla domanda da dove ripartire io risponderei: dalla fragilità. Quella del cuore, della mente, quella che ‘quant’è difficile mantenere la lucidità per andare avanti se hai tutte le ossa rotte?’.

Per questa ragione stiamo lavorando ad una proposta di legge che punta a introdurre la figura dello psicologo di base. È di ieri la notizia dell’inserimento del bonus psicologo nel Milleproroghe, è un passo avanti ma non è la soluzione.

Non è più rinviabile il momento nel quale rompiamo il tabù sui temi della salute psichica. Una società sana si deve prendere cura delle difficoltà delle persone che la abitano, giorno per giorno. Ecco perché il bonus del governo è un segnale importante, ma non sufficiente. La cura e il benessere psicofisico hanno a che fare con il quotidiano, con la pazienza dell’ascolto, con il coraggio di porsi domande anche difficili, con lo stimolo a cercare risposte reali alle difficoltà. 

La proposta dell’istituzione dello psicologo di base, il metterlo in connessione con i medici di medicina generale e con i pediatri, è un ulteriore tassello nella costruzione della Puglia che guarda in faccia le fragilità e non le nasconde, che sa essere accanto a chi si trova in un momento di difficoltà, che sa bene che la qualità della vita delle pugliesi e dei pugliesi è legata al proprio benessere.