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null Capone a Bruxelles per la sessione plenaria del Comitato Europeo delle Regioni

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Nr.: 1076 del 25/05/2023 16:38
Presidente del Consiglio

Capone a Bruxelles per la sessione plenaria del Comitato Europeo delle Regioni

“Non ci illudiamo che le leggi bastino per cambiare le cose. Sono importanti ma se non cambia l’approccio e la cultura restano nel cassetto”.

Così la Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, a Bruxelles per la sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni (Cdr). La Presidente è intervenuta nel corso del dibattito sull’uguaglianza, la diversità e l’inclusione a livello locale e regionale, in occasione del Mese europeo della diversità, promosso dalla commissaria europea per le Parità, Helena Dalli.

“Potenziare il monitoraggio dei fabbisogni e valutare meglio i risultati delle azioni - ha proseguito ringraziando per il grande lavoro svolto la commissaria europea Dalli - per evitare che la retorica prevalga sulle attività concrete. Abbiamo bisogno di verificare sempre più nell’ambito della programmazione le azioni da compiere non soltanto nell’intento ma nella realizzazione. La parità retributiva, per esempio, esiste dal 1948, è sancita addirittura nell’art. 37 della nostra Costituzione, ma la verità è che non viene applicata. Per questo in Puglia sono stata promotrice di una legge regionale che introduce incentivi e sanzioni per farla applicare. Spesso l’elusione delle norme è subdola: si usano escamotage per conservare gli stessi privilegi che le norme hanno voluto escludere. Lo stesso vale per gli asili nido, non basta fare bandi, occorre prevederne la realizzazione laddove mancano, altrimenti, si rischia di farne altri dove già ci sono e, così, il bisogno attuale delle donne, e quindi delle famiglie, rimane insoddisfatto, e l’obbiettivo non si raggiunge. Perciò dico che due cose sono indispensabili e in Italia, purtroppo, sono spesso ignorate: programmazione e monitoraggio“.

I vertici europei si sono poi confrontati sulle tragiche conseguenze dell’alluvione in Emilia Romagna e sulla necessità di un nuovo approccio europeo per affrontare le catastrofi naturali.

“Le immagini che arrivano dall’Emilia Romagna - ha aggiunto la Presidente - hanno toccato nel profondo ciascuna e ciascuno di noi. È fondamentale affrontare la questione climatica. I cambiamenti climatici influenzano la nostra vita in molti modi, con un impatto sulla salute, sulla produttività dei raccolti agricoli e l’accesso al cibo di buona qualità e in quantità sufficiente, sulla disponibilità di acqua, sulle caratteristiche dell’ambiente che abitiamo, con conseguenze come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello dei mari, la progressiva desertificazione dei nostri terrestri. In Romagna in 36 ore è caduta l’acqua che normalmente cade in 6 mesi e oggi contiamo 15 morti e 20mila sfollati, ed è solo un bilancio provvisorio. Serve la solidarietà di tutta l'Europa per uscire dall'emergenza e ricominciare a ricostruire. Servono ristori economici per le famiglie e per le imprese. E, contemporaneamente, serve investire sulla prevenzione, sulla verifica e sul monitoraggio della vulnerabilità dei territori e su una migliore formazione di amministratori locali e cittadini in materia di gestione delle catastrofi. Non è un tema rinviabile. Questo ci insegnano i fatti. Possiamo e dobbiamo rendere i nostri territori sicuri ma per riuscirci occorrono risorse e soprattutto un patto e un piano europeo sul clima che lavori in questa direzione e raggiunga davvero i territori che ne hanno bisogno ”.

È questo il messaggio che tutti i leader locali e regionali hanno trasmesso in plenaria, a Bruxelles, al commissario europeo per la Gestione delle crisi, proponendo la creazione di una scuola europea di rischio e di crisi che offrirebbe percorsi formativi ai decisori locali, nazionali ed europei, e consentirebbe loro di scambiare conoscenze ed elaborare metodi di lavoro comuni per rispondere alle crisi. L'UE dovrebbe inoltre adottare una "strategia di 72 ore per affrontare le crisi", adattata alle specificità locali, al fine di rafforzare la preparazione delle comunità e la capacità dei cittadini di mobilitarsi per gestire le prime ore di una crisi in attesa dell'arrivo dei soccorsi.

Nel corso della due giorni, inoltre, la delegazione italiana ha espresso parere contrario e forte preoccupazione riguardo la legge dell'Irlanda di introdurre un'etichettatura sanitaria sui prodotti alcolici, in particolare il vino.

“Si tratta - ha spiegato la Presidente - di una legge che rischia di portare a distorsioni del mercato unico, che non contrasta l’abuso di alcol ma danneggia i nostri produttori. Uno scenario già problematico poiché penalizzato dal cambiamento climatico, dall’inflazione, dall’aumento dei costi per la produzione e per il trasporto del vino, con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole. La Puglia con 38 vini DOP e IGPsi posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati con il settore vitivinicolo che vale 407 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%. Il vino in Puglia è un’eccellenza e non rischieremo di sciupare tutti gli sforzi compiuti”.

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25/05/2023