Agorà della Presidente

null A poche ore dal Giorno della Memoria ricordiamo di essere figli della stessa “Famiglia Umana”

26/01/2022

Come ogni sera anche ieri ho acceso la tv prima di addormentarmi. Ne approfitto per approfondire le notizie che durante il giorno non ho il tempo di seguire come vorrei e poi, quando sono sola, come in questi giorni romani, devo dire che fa anche un po’ compagnia. 

Di solito finisce che a un certo cedo alla stanchezza, ma non ieri sera. Gli occhi si sono sbarrati alle parole: “devi morire nel forno”. Il TG5 dava la notizia di due ragazzine di quindici anni nel livornese che avrebbero insultato e picchiato un compagno di dodici perché ebreo. Si è fermato il respiro, e si è fermato il tempo. Mi sono chiesta che cosa ci sta succedendo, in un momento in cui dovremmo sentirci vicini come non mai, uguali come non mai. 

Domani è il Giorno della Memoria, sono passati 77 anni dalla liberazione di Auschwitz e Birkenau, ma in questa storia, lasciatemelo dire, di memoria purtroppo è rimasto poco e niente.

Eppure io li ricordo bene gli occhi delle ragazze e dei ragazzi l’anno in cui anch’io sono riuscita a salire anch’io sul Treno della Memoria in direzione Auschwitz e Birkenau. Ho visto l’inquietudine, toccato con mano la loro paura, risposto insieme ai loro insegnanti alle mille mila domande. Ho visto quanto erano diversi al ritorno, quando sono scesi da quell’aereo.

E allora penso che dovremmo interrogarci profondamente su come trasmettere quella storia a chi non ha la possibilità di guardarla da vicino come hanno fatto invece quelle ragazze e quei ragazzi. Far comprendere, seppure a distanza, la ferocia che restituiscono quelle immagini, la verità si portano dietro, senza sconti emotivi. Perché solo così a nessuno verrà più in mente di dire “Devi morire nel forno” senza che prima gli si sia trafitto il cuore e frantumata l’anima in mille pezzi.

Sono vicina ai genitori del piccolo di 12 anni, e sono vicina alla famiglia delle due ragazzine che avrebbero commesso questa terribile leggerezza, preferisco pensare che sia una leggerezza data dalla loro giovane età. 

A poche ore dal Giorno della Memoria abbiamo l’occasione per ricordare a noi stessi che siamo figlie e figli della stessa “Famiglia Umana”, senza distinzioni razziali, con quella tensione educativa che ciascuna e ciascuno di noi dovrebbe mettere al servizio di un mondo di fratellanza. Perché di fratellanza abbiamo soprattutto bisogno.