Agorà della Presidente

null “In piedi costruttori di pace”

15/03/2022

Venti giorni di guerra, folle, terribile, e più di due milioni e mezzo di ucraini in fuga. Sono per la maggior parte donne e bambini. 

È di ieri l’appello del cardinale del Papa in missione in Ucraina: “sono migliaia le donne che vengono rapite e costrette a prostituirsi nel nord Europa”. Donne costrette a rinunciare a tutto, da un giorno all’altro, per cui la fuga è la soluzione più prossima alla speranza di futuro che ogni madre nutre per i propri figli.

Da che mondo e mondo le guerre non hanno mai avuto vincitori, solo vinti, e morti innocenti. 

Come la donna incinta che si teneva il ventre tra le macerie dopo il bombardamento all’ospedale pediatrico di Mariupol. La sua fotografia ha fatto il giro del mondo. In quell’attacco il suo bambino è morto e lei aveva detto ai dottori: “Uccidetemi ora!”. 

Come il giornalista ucciso a Irpin, nella periferia di Kiev, un paio di giorni fa. Aveva 50 anni Brent Renaud ed era in Ucraina per raccontare le storie delle persone costrette ad abbandonare le proprie case dopo l’invasione russa. Una vita passata a documentare le cose più vicine, quelle di cui nessuno si accorge, e le più lontane, dove pochi vanno.

Un mestiere coraggioso quello degli inviati di guerra, che a dirla tutta non è un solo un mestiere ma una vera e propria missione. È grazie a loro se in queste settimane abbiamo potuto seguire le reali evoluzioni di questo orribile conflitto.

Ma consentitemi di ringraziare anche tutte e tutti i Pugliesi che in questi giorni si stanno danno un gran da fare per organizzare pullman e dare un’accoglienza calorosa, non solo dignitosa, a tutta quella povera gente. Ringrazio il Presidente Emiliano, il Presidente del Comitato regionale permanente Protezione Civile Maurizio Bruno, le Province, le Prefetture, le ASL, i Comuni, le associazioni, i tanti, tantissimi volontari.

Non c’è angolo della nostra regione che non si stia mobilitando per aprire le porte di ‘casa’ a chi fugge disperatamente dalla sua. È un orgoglio rappresentare questa terra, è un orgoglio sentirsi parte di questa immensa umanità.

Questa è una guerra che pesa sul cuore di tutte e tutti. Ieri mattina di ragazzi del Liceo Salvemini di Alessano hanno festeggiato i 100 giorni agli esami con una preghiera alle sorelle e ai fratelli dell’Ucraina attorno alla tomba di Don Tonino Bello. Stringevano una grande bandiera della pace tra le mani. Quella bandiera è stata cucita a mano dalle loro mamme in occasione della venuta del Santo Padre e in questi giorni di guerra girerà tutta Italia. Un’iniziativa meravigliosa per cui ringrazio le famiglie e la preside Chiara Vantaggiato, che pianta un seme di bellezza nell’animo umano e fa della solidarietà la bussola per il futuro.

Abbiamo un debito enorme con le ragazze e i ragazzi di oggi. Prima la pandemia, ora la guerra. Quando tutto questo sarà passato, mi auguro al più presto, dovremo garantire loro un ‘reddito’ di felicità. Un’umanità diversa, migliore, potente, come potenti sono i loro sogni, che hanno tutto il diritto di realizzarsi.

Chiudo con uno stralcio di una lettera scritta da una studentessa al Presidente russo, mi ci sono imbattuta leggendo un articolo di Avvenire, e devo dire che quelle poche righe valgono milioni di parole di noi adulti.

“Caro presidente Putin - scrive Aurora - come lei sa, da ormai quasi 3 anni siamo dentro una pandemia che ha portato alla morte di milioni di persone in tutto il mondo. In questo periodo stiamo riuscendo a sconfiggere la malattia, perché allora ricominciare con una guerra? Si immagini bambino, mentre muore nel bel mezzo di una guerra senza aver fatto nulla per meritarlo. Provi a parlare con il presidente dell’Ucraina, potrebbe arrivare a un accordo. Il Covid ci ha tolto molto, la libertà, la felicità, l’affetto e, soprattutto a noi giovani, ci vorrà molto per riempire il vuoto”.

Per tutte le cittadine e i cittadini, risuoni forte l’esortazione di Don Tonino Bello: “IN PIEDI COSTRUTTORI DI PACE”!